Nel parco cittadino alla panchina,
dove sta accovacciato quel barbone,
la gente passa con la testa china
senza prestar la minima attenzione
a quel signore dalla giacca fina,
con polvere di marmo sul calzone;
corron veloci e osservan la vetrina,
senza comprare a lui la colazione.
E il cane del barbone ringhia forte,
pare affamato pure l’animale,
più in là qualcuno intona un pianoforte,
cerca due soldi per non stare male;
vien sera e il freddo porta odor di morte
nessuno porta un fiore al funerale.
La notte spegne i cuori dei passanti
che rientrano alle case benestanti.