Umanità immemore e inconsapevole che gira in cerchio senza arrivare da nessuna parte...c'è molta amarezza in questa tua, insieme a una profonda pietà...così mi è arrivata, bella....
Umanità immemore e inconsapevole che gira in cerchio senza arrivare da nessuna parte...c'è molta amarezza in questa tua, insieme a una profonda pietà...così mi è arrivata, bella....
È tessitura di chi l’ha scritta, ma arriva a chi la legge e trova respiro.
C’è un soggetto che fa una sosta durante il suo peregrinare...non c’è una motivazione ma probabilmente è la curiosità che lo spinge a fermarsi...infatti si trova di fronte ad una moltitudine di individui tutti allineati e quasi tutti uomini...occupano, ovviamente, lo stesso territorio come segnale di possesso ma purtroppo non hanno nulla da offrire...si presentano fermi e immobili vuoti forse anche nell’anima...il viaggiatore riesce a vedere anche i fondatori di quella strana comunità e ancora più in fondo scorge delle donne che evidentemente prese e usate sicuramente per l’unico scopo naturale vengono ritornate ai loro padri dopo l’ adempimento...qui il viaggiatore, probabilmente, anche se non viene espressamente rimarcato, decide di andare per continuare il suo viaggio e con sua grande soddisfazione proprio quando sta per riprendere il cammino si imbatte in quelli che non erano tornati e che scevri dall’ allineamento hanno certamente qualcosa da trasmettere...; con la straordinaria metafora del volto il Poeta ci trasmette che la Conoscenza non si acquisisce restando fermi e allineati su uno stesso territorio ma soltanto esplorando territori ed ascoltando altri uomini la Conoscenza ci apre la mente a nuove esperienze...su uno di quei volti c’erano scritte nuove esperienze e il viaggiatore, felice dopo averle lette, ripartì sapendo…; buon Natale a tutti quelli di buona volontà e un particolare saluto all’ illuminato Ravachol...