Una persona impiega anni per quel che è,
sviluppa il proprio talento, le proprie doti uniche,
perfezionando i propri giudizi sul mondo,
ampliando e affinando i propri appetiti, imparando a sopportare
le delusioni della vita, diventando maturo stagionato, insomma una creatura unica in natura, trascendendola, la condizione animale; non più comandato, non più mero riflesso, non uscito da uno stampo
qualsiasi. E poi scopre la vera tragedia...che ci vogliono ottant'anni
di sofferenze e di sforzi incredibili per fare un tale individuo, che alla fine è capace solo di morire.

L'abc del morire

( ernest becker )

quando ero piccola ero solita chiudere gli occhi e immaginare che il mondo sarebbe continuato per sempre.
immaginavo, con assoluto terrore, il mondo continuare per sempre,
e io non ero li. Freud scrive che siamo incapaci di immaginare la nostra morte, ma io voglio dire che non è vero.
per favore Dio, pregavo, so che non puoi portare via la morte.
ma non potresti fare in modo che io smetta di pensarla ??

che la morte sia una paura universale oppure no,
è certamente un'idea che la maggior parte di noi non può sopportare. Consciamente o inconsciamente allontaniamo
i pensieri di morte. Viviamo una vita dove la morte viene negata.
Questo non significa che neghiamo il fatto che tutti, anche noi,
siamo mortali. Ne significa che evitiamo gli articoli, i seminari, i programmi televisivi che riguardano il problema, ora di moda,della morte e del morire. Significa invece che, nonostante tutto il parlare che se ne fa, continuiamo a vivere tenendo emozionalmente lontana la coscienza della nostra finitezza. Negare la morte significa non permettere mai a noi stessi di affrontare l'angoscia che richiamano le immagini di quest'ultima separazione.