E vortico ancora, inerme,
il volto strisciando contro il bordo
ardente di questo girone,
a molteplici soli avvinto;
per mutevoli orbite un turbine
invitto sempre più lunghe
le mie gambe trascina
- ma le mani, oh, le mani
sempre ho tese alla volta celeste!-
e si straccian le vesti
la mia carne si dilania
scissa ho l'anima, il cuore,
pregne le narici dell'odore
acre del mio disintegrarmi
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