Stanca di disattese promesse
muovo i miei passi fra mimi,
che sempre attendono
l’alzarsi del sipario.
e ridono e danzano le maschere
attorno al vuoto degli alveari.
i pupi guidati dai fili invisibili
accontentano i mastri.
sono ombra, io, che non notano
nel loro danzare e muoversi
uguali, e scivolo lenta sul cuore
che pare senz’anima.
ora vedo qualcuno biancastro
che cade, ma si rialza, a stento.
vedo un fiume di lacrime
nascoste dal riso.
dietro le quinte la penna sferza,
ma io sono ombra nascosta nel buio.
le poche parole che recito sono
sommerse dall’indifferenza.
il segno tracciato leggo a voce alta,
e la danza si ferma, per un attimo solo.
poi strappano la piccola pagina
e ridono nell’indifferenza.
imprigiona la fiamma o il fango,
la parola, ma non l’ultimo grido,
che sale con rabbia e si eleva in alto,
astratta energia.
sono ombra, sono penna che sferza.
dietro le quinte riscrivo ogni parola,
per quelli che danzano e ridono
al tocco dei mastri.
sono ombra che danza nel buio
e danzo da sola, mentre scrivo
parole che sempre riscrivo per quelli
che ascoltano in silenzio.
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