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Pubblicata il 11/10/2019
Il vaso del corso
mezzo pieno d’acqua e torbidume
dondola per i fiori che sbocciano
nei commerci d’una strada
lunga lunga, pronta a traboccare.

e i petali, gonfi di rugiada
giunti al culmine quasi esplodono,
ed è tutto un’indigestione
di candeggina.

cola verso le case il prezzo
che lambisce la vita.
chiudono le porte i corsari
e tra i negozi,
dove scorreva un branco zeccato d’argento
ora stagna la palude
placida, in abiti di fiume.
mi spinge all’asciutto
la corrente del profitto.
tra le alghe mi chiedo
chi ancora potrà aprire una porta
e gridare: "benvenuto",
prima di tirare lo scarico.
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Le prime due strofe mi hanno fatto pensare ad un borgo romano del Centro Strorico. Col Tevere che fa il controcanto!

il 11/10/2019 alle 18:56