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Pubblicata il 08/10/2019
seduta su questo divano,
sprofondo sempre più nell'ansia e nel dolore
che macera il mio cuore e la mia anima...
stamani di prima ora, sei partito
tutto impettito nella tua nuova divisa
_oggi uscirò di pattuglia_
mi hai detto con orgoglio
tu che da sempre dedichi la tua vita
per difenderci dai soprusi e dai molesti comportamenti
di chi sempre meno rispetta regole
e ancora meno la legge...
sei partito di buon ora e adesso
non ritorni, sconfitto da quel male
che si è impadronito delle nostre strade.
avevi quasi trent'anni e tanto cammino
a te avanti, così come un domani certo
invece eccomi qui con la tua foto in mano
e lacrime sulle guance che scorrono veloci
più di colpi di pistola che attraversano la via
come colpi di tosse da respiri sempre più malati
com'è questa società, che non difende i nostri figli...
son seduta su questo divano con la tua foto
che stringo a me, mentre tuo padre lo sento
che piano, quasi per non disturbare
piange davanti alla soglia della camera
di un figlio cresciuto così di fretta
e già andato verso tramonti a noi preclusi.
sei partito in un pomeriggio simile ad altri
in un momento che non conosceva misura
né limite alla vita, eppure sei partito
lontano da me, dai miei occhi
e dal cuore mio, sei partito...
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I luttuosi avvenimenti di questi giorni difficili, oltre al tantissimo dolore, portano altrettanta rabbia.

il 09/10/2019 alle 09:41

ti sei appropriato di un dolore altrui facendolo tuo, cosi facendo anche io mi sono sentito ferito da queste ingiustizie che causano persone e che lo stato non è capace di trovare una soluzione efficace. su di un divano spesso ci sediamo quasi tutti avendo anche noi le lacrime agli occhi .penso che una volta c'era la cosiddetta legge di Mosè cioè occhio per occhi dente per dente.ma questa è un'altra storia.

il 10/10/2019 alle 15:52

Eclisse, preciso: nel testo leggo tutto il dolore di chi ha perduto un figlio ed il risentimento verso chi calpesta regole e legge. Non intendevo assolutamente appropriarmi del dolore altrui ma esprimere la mia rabbia per dei crimini che non si riescono a debellare. Un saluto

il 10/10/2019 alle 20:35

Spesso per cercare di capire il dolore di altri, bisogna "vestirsi" dei loro abiti... Il mio intento era proprio questo, cercare di comprendere quell'immenso dolore che dovrà sopportare un figlio, un genitore, un compagno di vita... Non è semplice, poiché noi possiamo solo scalfirne il rivestimento esterno, mentre il nocciolo del dolore rimarrà intatto... Dolore, rabbia... fiducia e speranza, ci aiuteranno nel prossimo futuro! Grazie a tutti voi!

il 12/10/2019 alle 17:25