Sguaina la penna
come si fa con la spada,
tra solchi
che di rughe fan l'esperienza.
sguaina la voglia
mai doma del riso,
quello che dall'anima parte
per poi esplodere nel viso.
sguaina la furente,
spasmodica e ansante,
ricerca del timido ego,
che si nasconde,
forse per furberia,
dentro i rami,
fitti e pieni di foglie,
di un anima
che mai doma
si plasma e si scioglie,
laddove trova
una forma
che a lei si adatta,
affinché
anche se in mille pezzi
può apparire
sempre intatta.
sguaina quei mille frammenti
che sono parte di un tutto,
specchi dai mille pezzetti
capaci di cogliere ogni punto,
di un mondo
che intorno, silente,
con il suo frastuono ci assorda,
sguaina il pianto quand'esso
in te esplode,
sguaina l'udito e cogli ogni ode.
sguaina l'olfatto,
il gusto ed il tatto,
non lasciare
ogni senso fuggire
come un gatto
verso il primo spiraglio
di luce
di una semplice via.
sguaina ogni passo,
laddove la ragione
sposa la follia.
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