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Pubblicata il 04/09/2019
visto che dovevo fare il militare feci domanda per la scuola ufficiali degli alpini e venni spedito alla Scuola Militare Alpina di Aosta. Sei mesi duri e faticosi di studio, marce, arrampicate, tiri, bombe a mano e chi più ne ha più ne metta.
Eravamo in 180 e, naturalmente, c’era qualcuno che emergeva, vuoi perché in montagna si rivelava un asso, vuoi perché era più intelligente della media.
Mi aveva colpito un bresciano, che chiamerò Mario. Fisico eccezionale, barba nera ispida, due mani come badili. Forte, imbattibile nel corpo a corpo, tostissimo nella corsa e alla scuola di roccia. Un vero duro insomma. Un tipo che parlava poco e rideva meno, ma era amichevole e gentile con tutti. Se qualcuno durante la marcia stava male, era il primo a togliergli lo zaino, per portarlo lui, sempre in silenzio.
Alla fine dei sei mesi, c’era un doppio esame: un “campo” nella neve di 7 giorni e un esame teorico.
Naturalmente la vera prova era la prima. Una settimana passata all’aperto nella neve e nel ghiaccio, dormendo nelle “trune” o nelle “tane di volpe”, costruite da noi ogni sera.
Le prime erano specie di casette fatte di neve dura: quattro pareti su cui si stendeva il telo-tenda sorretto da quattro sci come travi. Le seconde erano vere e proprie buche scavate nella neve. Si sceglieva una zona in declivio e si aprivano delle buche il più possibile orizzontali, lunghe almeno due metri, larghe 1,5 e alte almeno 80 centimetri. In queste buche ci si infilava in tre, col sacco a pelo, si chiudeva l’ingresso con gli zaini e si dormiva.
Non era una cosa leggera, ma si doveva fare.

L’ultima notte capito nella tana di volpe con Mario e un altro. Buio pesto, ci scambiamo qualche parola prima di dormire.
“Finalmente è finita” dico io.
“Già” dice Mario “ma a te almeno la montagna piace, io la odio”.
“Come la odi, ma se hai fatto domanda per fare l’ufficiale degli alpini”
“ L’ho dovuta fare, non avevo scelta”
“Perché?”

Mario tacque per un po’, poi rispose.
“Io sono omosessuale, mio padre lo sa da anni e mi disprezza. Lui ha fatto l’alpino e fin da bambino mi ha riempito la testa con le sue imprese e mi ha sempre detto che per farlo bisognava avere le palle, essere uomini, non finocchi. Io devo dimostrargli che su di me si sbaglia.
Non voglio invecchiare senza averci provato. Più per lui che per me”

Il terzo compagno, che chiamerò Giovanni, si mise a ridere.
“Ma va a cagare, tu finocchio? Dai ti conosciamo tutti, hai persino riempito di botte **** che si credeva il più duro della sma. Contane un’altra, così dormiamo allegri.”

Anche Mario rise.
“Sì, può sembrare strano, ma è vero. Sono omosessuale da sempre. E’ il mondo che ha un’idea ridicola di noi, come se l’orientamento sessuale ti togliesse i muscoli, il cervello, la forza e la cattiveria. Siamo forti come gli uomini forti, duri come i duri, deboli come i deboli, niente di più niente di meno”.

Gli feci una domanda.
“Perché ce lo dici? Credo tu non l’abbia detto a nessuno altrimenti lo sapremmo tutti”.

“Non lo so, adesso dormiamo, ciao”.

Finito l’esame fu affissa la graduatoria. Mario era il primo su 180. Erano anni in cui era praticamente impossibile fare outing. Ma Mario era un duro.
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Questo tuo racconto mi ha fatto pensare al grande Rock Hudson...e poi, perchè santo ragazzo hai scelto un servizio militare così terribile? perchè non scegliere la strada più semplice presso qualche caserma tranquilla?

il 05/09/2019 alle 08:28

Già, Vincent, ricordo un film in cui Hudson si scontra di brutto con un cameriere razzista... Il militare? La scelta mica la facevo io, qui dalle mie parti 7 ragazzi su 10 venivano mandati negli alpini per cui... tanto valeva farlo con qualche grado in più (solo per una questione di lira). Devo però ammettere che sì, è stata dura, ma quella formazione mi ha dato tanto per altre stagioni della vita. E poi ho stretto amicizie che durano tuttora.

il 05/09/2019 alle 10:19

Per chi ha fatto il militare, ha potuto conoscere ed imparare a difendersi delle difficoltà della vita. I giovani d oggi dovrebbero tornare a farlo, sono troppo arroganti e presuntuosi, i più.. Servirebbe ad abbassare la cresta

il 06/09/2019 alle 06:01

Grazie Ginni. Solo in parte concordo con quanto dici. Che i giovani trarrebbero beneficio da un periodo di comunità e di impegno anche gravoso è probabilmente vero. Ma ritengo che al posto del servizio militare sarebbe molto più indicato un servizio civile (negli ospedali, carceri, case di riposo, scuole, mondo immigrazione, mense, poveri, eccetera eccetera) a fare i lavori più umili, più faticosi. Credo che l'elemento più formativo in assoluto sia il venire a contatto con la sofferenza, toccarla dal vivo, esserne coinvolti, perché altrimenti rimane a livello di immagine in TV. Ma mi rendo conto che si tratta di un'utopia... Nel servizio militare standard, concepito come era concepito, a fronte di alcuni elementi positivi (cui tu accennavi) ce n'erano troppi di negativi. Milioni di giovani hanno conosciuto , durante il servizio, e per la prima volta nella loro vita, la violenza e il sopruso. In troppe caserme, la disciplina militare veniva sovrastata da logiche da strada, estranee ai più, imposte da quella parte di giovani che avevano avuto una gioventù difficile e che riversavano su altri giovani la loro rabbia e frustrazione. Se è questa la strada per rendere più forte un figlio allora dico: no, grazie.

il 06/09/2019 alle 09:01

Anch'io ho fatto la naia nel modo più negativo...però ricordo le risate, gli amici, le situazioni paradossali, il teatrino dell'assurdo. Quindi: no grazie...sì al servizio civile.

il 06/09/2019 alle 09:28

I preconcetti sono hard to die, gli alpini ancora di più. Se potessi, voterei anche la tua risposta a Ginni.

il 11/09/2019 alle 10:16

Grazie Benandato. Non vorrei, con le mie parole, aver trasmesso un'idea distorta della mentalità degli "alpini". Sotto questa definizione si riconoscono centinaia di migliaia (o milioni) di persone che hanno fatto questo servizio con serietà e correttezza. Moltissimi, poi, hanno prolungato questo impegno in attività sociali di grande valore. La violenza e il sopruso cui accennavo non erano tipiche di questo corpo. Io mi riferivo alla naia in generale.

il 11/09/2019 alle 10:27

Tranquillo, Eriot. Ho capito e non travisato il tuo pensiero. Io ero fante, ma ho chiesto a un mio ex collega di lavoro, prima alpino e poi alpinista: « Qual'è la cima più alta che hai scalato? ». Mi ha risposto: « Le vette più alte si raggiungono dentro di noi »...!

il 11/09/2019 alle 14:40

Grazie Benandato. Bella risposta quella del tuo collega.

il 11/09/2019 alle 15:21

Istanti impressi nel cielo Mi ricorda molto la canzone "Pierre" dei Pooh che amo profondamente. Anch'io inizialmente alpino "artiglieria da montagna".

il 25/09/2019 alle 10:00

Grazie Leo. Ricordo i vostri muli che erano il doppio (come corporatura) dei nostri.

il 25/09/2019 alle 23:18

Filippo era il più grosso...

il 27/09/2019 alle 15:09