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Pubblicata il 02/09/2019
Wanda

nel luglio del 1973, con tre amici giovani come me, mi avventurai in Polonia, a caccia di prede facili (“Sai, basta un paio di calze di nylon, qualche bigiotteria, un profumo e...”).
Alloggiammo al Metropol di Wroclaw e ci demmo alla pazza gioia.
Dopo qualche giorno di stravizi un cameriere ci consigliò di trasferirci in un’abitazione privata che costava molto meno del Metropol. Seguimmo l’indicazione e ci alloggiammo presso due sorelle che avevano una casetta appena fuori città. Si chiamavano Wanda e Nina. Entrambe sulla quarantina, erano rimaste sole dopo la morte dei genitori (il padre era un colonnello dell’esercito).
Wanda era mora e magra, la seconda bionda e tondetta. Non erano né brutte né belle, ma erano gentili ed efficienti. Con loro comunicavo solo io perché avevo studiato tedesco e tutti in Polonia sapevano alla perfezione tedesco e russo (“Da sempre o ci invade uno o ci invade l’altro, quindo dobbiamo saper parlare la loro lingua").

Una sera, dopo qualche giorno di permanenza, non mi sentii di uscire con gli amici, spossato com’ero per aver scambiato insistentemente la notte con il giorno. Erano più o meno le dieci quando Wanda bussò alla porta della mia camera. Aveva appena fatto la doccia, indossava un accappatoio, capelli bagnati. Entrò con una bottiglia di vodka.
“Siete venuti a fare sesso con le polacche?”
[vodka]
Imbarazzato, non seppi rispondere.
“Ne vediamo tanti uomini come voi, che vengono qui e con qualche regalino si portano a letto ragazze che, in condizioni normali, non vi degnerebbero di uno sguardo. Tu sembri diverso, non provi un po’ di vergogna?”
[vodka]
“Ti sembra giusto approfittare della nostra povertà e delle nostre miserie? Quando tornerete a casa racconterete di tutte le donne polacche che vi siete fatti, ma la vostra è un’illusione. Voi non fate l’amore con donne polacche, ma con disperate che usano il loro corpo per ottenere patetici regali”.
[vodka]
“Cosa ne sapete delle donne di questa terra, dei loro sogni, delle loro fantasie e dell’amore che possono dare? Noi siamo diamanti in una terra desolata, dentro di noi arde un fuoco che viene da lontano, un fuoco vichingo e slavo che voi non assaggerete mai, accecati come siete dalla vostra bramosia mediterranea.
La donna polacca è un mistero vibrante di corde che voi non potete udire”.
[vodka]
[vodka]

wanda si avvicinava, io ero ipnotizzato. Mi spinse sul letto, si tolse l’accappatoio e si coricò sopra di me.
“Vuoi provare davvero ad amare una donna così?”

Wanda mi condusse in un altro luogo del corpo e della mente con una dolcezza che non conoscevo, con una forza disperata, gioiosa e cupa insieme. Piangeva e mi faceva piangere, rideva e io ridevo con lei.
Mi diede qualcosa, di cui ancor oggi non ho capito la natura, che mi sarebbe rimasta dentro per tutta la vita.

dopo quella notte non vidi più Wanda. Sua sorella disse che era dovuta partire per motivi di lavoro.
tornammo a casa. In seguito le scrissi, tentai di telefonarle, ma riuscii solo a parlare con Nina. Poi più nulla. Al suo numero di telefono rispondeva una fabbrica di carta.

Sono passati 46 anni. Ogni tanto Wanda irrompe nei miei ricordi di gioventù, con le sue corde vibranti di cui, forse, mi ha fatto percepire l’armonia.
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Un bel racconto che lascia il segno...ci fa capire che, nella complessità dei rapporti umani, qualcosa rimane...in fondo è la storia della "leggerezza" e della "pesantezza". Una cosa partita leggera si è rivelata pesantissima, al punto che dopo molti anni quell'episodio ha coinvolto persino la creativa comunità di Poetichouse.

il 02/09/2019 alle 15:49

Racconto semplice, eppure struggente, malinconico, con passaggi poetici e anche magnetico. Quella che scambiasti per l'effimera, fioca luce di una lucciola si rivelò invece la brillantezza di una stella cometa che dopo averti lambito si allontanava per riapparire solo nei tuoi ricordi.

il 02/09/2019 alle 17:08

Grazie, amici, per le vostre espressioni. Genziana ha intuito con immediatezza ciò che io credo di aver capito dopo anni. Wanda cercava se stessa, voleva riaffermare il suo essere vera donna di quella terra. Lo voleva anche per sovrapporsi e cancellare, in qualche modo, le tante ragazze che si vendevano per niente.

il 02/09/2019 alle 18:41

La conservazione a nord, lo spreco al sud. Non è un riferimento geo-politico.

il 02/09/2019 alle 19:31

E' così, di certe civiltà siamo a sud.

il 02/09/2019 alle 22:01