PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 21/08/2019
Crocevia di ricordi
al tuo capezzale
io scendo...

dove sono
i tuoi quarti di bue
appesi al gancio
dondolanti?

dove i maschilisti
sottomessi
da donne panciute?

dove i datteri
incandescenti
e i tuoi sereni
polpi?

lembo di passato
nei tuoi colori
io m'immergo...

cerco l'andirivieni
dei raggi di luce
fra i tuoi stretti
passaggi
e la luna
ormai triste

scorgo all'imbrunire
uomini neri
armati di asce
dirigersi
verso la Cala

stranieri in turbante.
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Mi hai trasportato nella Vucciria (che, ahimè, non ho mai visitato) con suoni e colori di un ricordo vero e sentito. Non ho capito il finale, forse molto localistico, ma mi è piaciuta molto, comunque.

il 21/08/2019 alle 21:15

Questa è una poesia del 2009...la Cala è il porto più antico della città che si raggiunge attraversando tutto il mercato. Gli stranieri armati di asce: metafora di un presente che invade il bello lasciatoci in eredità dal passato, e lo distrugge costruendovi sopra. Grazie per l'apprezzamento e un saluto.

il 22/08/2019 alle 07:05

Il finale è sgradevole, se voleva essere una metafora del nuovo che da colpi d'ascia al vecchio si poteva fare con altra figura. Palermo è la città più araba-fenicia e contaminata forse di tutto il mediterraneo, ed anche su questa contaminazione vi ha costruito la sua bellezza e la ricchezza del suo popolo, che fortunatamente ha sguardo ed apertura mentale più ampi. Oltre ciò rispetto ogni visione e vissuto personali, ognuno ha il suo.

il 23/08/2019 alle 13:47

Le contaminazioni del passato hanno avuto ben altri sapori...grazie del commento e un saluto.

il 23/08/2019 alle 14:09