Senza nuvole
e senza parlare con la bocca piena
di frasi stupide, scrivo a te
dal solito scrittoio di sghimbescio.
a te che vesti le parole con poca
eleganza, che se non
ce l’hai non puoi fingere di averla.
che risali con lo scroscio
di un’immensa cascata a ritroso
nella mediocrità.
o solo ti sposti per metterti al centro
delle attenzioni.
e la malacreanza mi rammenta quanto
sia raffinato il silenzio come risposta.
la mia non è maleducazione… è che
mi piace la diversità tra rumori e suoni.