L'acqua scorre e lenisce ogni ferita
culla e alliscia pietra di volto
creando vuoto
era quel dì remoto
in cui ci ritrovammo ostili
e sorprendentemente esausti,
che ci rimase fisso tra i denti
ora spenti, siamo distanti
volti assenti
sono rimasti i falsi
le croste impotenti
di un originale disperso nei meandri dei passanti
culla e affina pietra di torto
spiegando il vuoto
era quel me passato
in cui ci ritrovammo morti
e sorprendentemente spenti,
che si schierò austero fra i venti
ora a stento ci guardiamo
ci ricordiamo
ci parliamo a versi
mugugni impotenti
di un originale disperso nei meandri dei parlanti
culla e Sega
l'acqua che ci carezza i volti arrugginiti dal dolore della sostituzione della verità all'utopia
culla e Strappa
l'acqua che ci pesa sui sogni spezzati dal rumore della sostituzione della realtà alla fantasia
culla e Alliscia
culla e Affina
e rende ascia e lima
irritante
il passato si disperde nella corrente che fa torbida quest'acqua potente di fiume
la mano gracile, di porcellana, non può competere:
non afferra l'ora amara che genera il presente
e finalmente
lascia andare
l'acqua scorre e lenisce ogni ferita
culla e alliscia
volto che ormai è pietra liscissima
e precocemente esausta.