Ho sfoderato così velocemente
il telecomando da sotto il cuscino
del divano che quella canaglia
pensavo si stesse ancora riorganizzando.
invece non c’è più il tuo lumicino
sotto i riflettori, ma niente ti può
privare della mente nemmeno
quando chiudi gli occhi…
credo che guarderò il televisore spento
mentre intanto penso all’alieno
maledetto che avevi dentro
con grande diffidenza e con paura.
mi piace temperare le matite quasi sempre
al buio, ma è in quello degli altri che si ode
il rumore che fanno i trucioli di segatura.
e guardando quei tasti del telecomando
mai usati con altrettanta paura e diffidenza
penserò, forse, la cura per il cancro è latente
chissà in qualcuno che non può permettersi
di studiare… dentro alla testa, in una stanza.
-Rivendico il diritto di parlare apertamente della nostra malattia, che non è esibizionismo né un
credersi invincibili, anzi: è un diritto a sentirsi umani. Anche fragili, ma forti nel reagire.
(Nadia Toffa)