Quale pecca v'è nell'interloquire
coll'illuminata confidente?
Non scorgo mancanza
nella commistione d'intelletti
e simbiosi culturale,
nel connubio di spiriti
e interdipendente dialogo.
Ho forse mirato a lei
con concupiscenza?
Tra noi non è occorsa
interazione dei sensi.
Mai mi persi a rimirarla
o ne udii parole a me rivolte;
né, assorto, le sfiorai la veste;
neppure mi deliziai della sua fragranza
o assaporai ambrosia della sua anfora.
Ma se dunque condanna dev'essere,
allora sia alla metempsicosi orfica.
O possa io divenire
castello di sabbia marina
che lo zefiro scompiglia e disperde;
e lei, alta marea, m'ammanti
con rivoli di minute e auree cornucopie,
riversanti arte e ardore.
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