C'è qualcosa di terminale e definitivo in questa specie di testamento spirituale, finemente proposto. Il riferimento alla Vandea farebbe pensare alla percezione del giocatore di dadi dell'imminente genocidio... ma questa è solo una mia interpretazione. Poi, quel "...se amare non è trattenere allora odierò l'amore" rappresenta una determinazione drastica di chi, comunque, non teme l' "agenda di domani".
Cerchi bianchi, cerchi azzurri...il cerchio non ha inizio nè fine, tutto è racchiuso da un cerchio, l'altro tutto rimane fuori. Il bianco e l'azzurro...cosa è racchiuso in quelli bianchi? e cosa negli azzurri?
I Blanchs (i Vandeani) si contrapposero ai Blues (i giacobini)...
Grazie amici miei. Sì Vincent, hai avuto l'umiltà di cercare e tu, Eriot, la capacità di aprire i sigilli di un testamento, non spirituale ma corporale. Per quanto riguarda la Vandea, lì risiede l'unica allegoria. Le parole, intese come inganno, sono destinate prima o poi, a cadere in una imboscata, come quelle tese dai realisti ai repubblicani in Vandea. Ancora oggi nei sentieri e negli angoli si trovano tracce di scalpi sanguinolenti.