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Pubblicata il 15/07/2019
Signor giudice, mi permetta di parlare in difesa del mio cliente in quanto, come sappiamo, le sue condizioni non glielo permettono. Per meglio comprendere i motivi del suo gesto devo far un passo indietro.
Nel 3122 furono sintetizzate le molecole mnemoniche e nei due secoli successivi si verificò una radicale trasformazione nella nostra civiltà.
Niente più scuola tradizionale ma una serie pianificata e personalizzata di iniezioni di gruppi molecolari corrispondenti alle più diverse branche del sapere.
La somministrazione di tali sostanze, come si sa, è affidata ai centri ufficiali di Distribuzione del Sapere Programmato i cui funzionari sono persone selezionatissime perché hanno accesso ai composti da cui dipende la crescita e l'equilibrio della nostra società.
L'imputato era una di queste persone.
A un certo punto della sua vita si chiese cosa sarebbe successo a un individuo se gli si fossero iniettate, nel tempo, tutte le molecole mnemoniche disponibili: cioè tutto lo scibile dell'umanità.
E' universalmente noto c'è un limite severissimo alla quantità di scibile assumibile. Ma la curiosità dell'imputato fu più forte della ragione e della legge ed ecco che, giorno dopo giorno, cominciò ad iniettarsi i preparati che stavano per scadere e falsificava i documenti di distruzione.
Il percorso fu lungo e lento, ma ciò che avvenne andò ben oltre ciò che immaginava. A poco a poco nella sua mente si formavano, autonomamente, spettacolari relazioni interdisciplinari. Trovava correlazioni incredibili tra la meccanica quantistica e la filologia romanza, riusciva a prevedere eventi politici e finanziari con un'eccezionale facilità perché la sociologia, collegata a tutti gli altri campi del sapere, era diventata una scienza esatta.
Sempre più affascinato ed esaltato proseguì nelle assunzioni. Incredibili paesaggi logici si spalancarono nella sua mente, collegamenti inusitati che si sarebbero raggiunti solo in migliaia di anni di evoluzione e di ricerca, si presentarono chiari e ed evidenti.
A poco a poco cominciò a capire l'universo e la sua evoluzione.
Ormai vicino alle ultime assunzioni un fenomeno preoccupante prese a tormentarlo. Dimenticava il suo nome, sbagliava gli orari di pausa e lavoro, aveva difficoltà di parola. Capì immediatamente cosa stava succedendo (strano, anzi, che non l'avesse previsto): il suo cervello, esaurita la normale capacità mnemonica, aveva iniziato a espellere i dati automatici del funzionamento del corpo per far posto alle nuove nozioni.
Si rese conto che la cosa era potenzialmente distruttiva, ma non si fermò.
Con l'ultima vescica per iniezione in mano era seduto nel bagno di casa.
Sbavava e aveva le mani tremanti ma riuscì a raggiungere la vena: un'ultima esplosione e un'acuta sensazione di ordine superiore.
Ora, finalmente, aveva capito anche il senso della vita e della morte.
Cadde per terra. Era onnisciente, ma del tutto demente.
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Le capacita' umane e non solo , da sempre forzate per scopi che non pronunceremo,la quantistica materia difficile che non permette errore e assai ancora molto lontana da albe di offuscata scienza ,piaciuto lo scritto,un saluto

il 15/07/2019 alle 12:37

Anche qui, due film. 2001 Odissea nello spazio e Blade runner. Forse il nostro cervello è capace di contenere tutto lo scibile umano e anche oltre...

il 15/07/2019 alle 12:41

Grazie per i vostri commenti. Questo testo di un sacco di anni fa (prima di Odissea 2001 e di Blade runner...) nacque da una discussione tra amici (che non avevano niente di più intelligente da fare) su quale fosse il possibile limite del cervello umano. Si formarono due fazioni: i "credenti" e i "miscredenti". I primi negavano la possibilità al cervello di adire a concetti superiori o trascendenti in quanto non percepibili da un essere terreno, i secondi non ponevano limiti di sorta. Questo racconto tentò di mettere insieme le due correnti. Possibilità illimitata, ma a un prezzo distruttivo. Lo pubblicai, ci furono conseguenze tragicomiche, ma questa è un'altra storia.

il 16/07/2019 alle 10:18

Non so se pecco di presunzione e/o invidia nel dirlo ma, avrei voluto scriverlo io questo testo meraviglioso. BELLOOOOOOOOOOOOOO. Grande Eriot. Si potrebbe trarne un cortometraggio. Per me davvero degno.

il 15/11/2020 alle 22:20