La sensazione, che poco a poco viene confermata
dalla evidenza è che tu ti stia sottraendo,
allontanado forse, da qui e da me,
ed anche questo è comprendibile, plausible,
può trovare posto in questo percorso intrapreso,
non mi rammarico per questo.
lo ho, lo abbiamo paventato così tante volte
che sappiamo entrambi che questa eventualità
è nelle cose e negli accadimenti,
sappiamo entrambi
che soccombere alla realtà non è colpevole o disdicevole,
è solo il salvacondotto che l’anima cerca
agli atteggiamenti ed alle parole usate
la questione è il perchè lo faccia,
dici che non hai l'energia giusta,
lo accetto e pure essendo una affermazione oscura,
me la faccio bastare,
se è questo quello che vuoi dirmi
è questo quello che io devo sentire.
non è l’affievolirsi del nostro lume che mi rattrista,
ma il fatto che questo è accompagnato
da un distacco e da un progressivo inaridimento del nostro sentire
che forse non è solo sintomo ma anche causa e cagione.
la mia accusa a noi è che ci meravigliamo di essere qui
a dirci da anni, tanti, quasi che fossero bastanti
per continuare ad essere noi,
non è così, se questi anni non ci hanno insegnato
a usare questa nostra reciprocità inimmaginabile ad altri,
è questa la nostra colpa
avere lasciato che l'inimmaginabile diventasse faticoso procedere
e la passione una incombenza un ricordo ingombrante da gestire,
e sono tutti gli anni di parole e di emozioni
che ci additano come colpevoli di abitudine e stanchezza.
l'inevitabile è che noi si ricordi come era,
e che questi ricordi osino prefigurare un oggi diverso
da questo esausto distratto tollerato incedere.
l’ inevitabile è questo disamore..
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