acque nere

mi dispiace, sono un Poeta.
ed è una cosa che ti fa soffrire,
il mio voler morire
solo per zittire il silenzio.
È un vizio, forse uno sfizio
di un respiro infranto
come un canto nel vuoto.
È un nuoto incapace
in queste acque nere,
nelle quali affondo,
affogo incatenato al giogo
della disperazione.
il cielo mi pesa addosso
come il grigio,
anche se leggero
come l'azzurro.
sono un levriero
a caccia di sogni
che quest'epoca ha sotterrato
nel fiato di amianto e cemento.
non sento più niente,
solo le lente giornate
che a rate concedono
lampi e tempeste,
feste per la mia anima
colma di livore ed orrore.
il mio cuore è un abisso
nel quale dopo il buio
vedo solo altro buio.
e sono scaltro,
terribilmente scaltro,
lepre che fugge il lupo
come il piede un dirupo
ambito, bramato!

mi dispiace, sono un Poeta,
ed ho cercato l'infinito
nelle polveri di un incendio,
nello stipendio del 27,
nelle tette di una notte
dalle quali ho succhiato
strofe, versi di un attimo.
e mi son perso, nave alla deriva,
sulla riva dell'eternità,
fra una galassia e l'altra,
pipistrello appeso a testa in giù
su qualche stella sconosciuta.
e mi son perso, penna scarica,
gettata nel cassonetto
e finita non si dove.
mi dispiace, ma la vita
non piove in questo buio
scantinato dove a stento
posso respirare.
sto per soffocare,
e la corda che si stringe
attorno al mio collo
è fatta di parole d'acciaio,
cappio di pensieri.
e se solo tu vedessi
quanto spessi sono i muri celesti
di questa mia prigione,
centinaia di chilometri
di atmosfera che mi separano
dall'immensità,
centinaia di chilometri
che mi separano dalla verità.