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Pubblicata il 12/06/2019
Prima parte
capita a volte d’aver tanta paura
di qualcosa di cui non si conosce la natura
una cosa che non si sa fronteggiare
e che minaccia una catastrofe totale

quando a provare una tale paura sono tutti
e nessuno sa alleviare i generali crucci
capita che se ne esca un trascinatore
che colpevolizza cose semplici o persone

così il male in quelli si identifica
la paura generale contro loro si scarica
l’uomo che era perso ora sa contro chi lottare
e non è più inerme contro il temuto male

È una valvola di sfogo all’ossessione
che coinvolge la maggioranza delle persone
e le vittime di questa ondata crudele
sono innocenti o quantomeno innocue

ma che importa? L’essenziale è incanalare
la rabbia e il malumore generale
verso un bersaglio innocuo e indifeso:
si chiama “demonizzazione del diverso”

È essenziale che la vittima designata
sia diversa da tutta quanta la brigata
perché nessuno si identifichi con essa
e solo l’entità estranea sia soppressa.

nel milleseicento in Europa ci fu la pestilenza
che mieteva vittime come un’influenza
e il popolo tutto non sapeva cosa fare
per difendersi da quel tremendo male

per questo per allentare la tensione
si scatenò la terribile caccia all’”untore”:
cioè un estraneo che si avvicinava ai portoni
li ungeva e contagiava di peste i padroni.

noi oggi sappiamo bene che la peste
si contrae toccando persone o cose infette
e che gli untori in giro non ci son mai stati
ma a quei tempi erano tutti spaventati

e, convinti della cattiveria degli untori
ammazzavano chi si avvicinava ai portoni
certo non un vicino conosciuto e stimato
ma un estraneo magari storto e malformato.
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