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Utente eliminato
Pubblicata il 27/05/2019
Innumerevoli solchi
segnano il passo
lungo il sentiero
che porta in alto.

Il sole si adorna
d'un rosso barocco
e gioca a nascondersi
tra spighe incolte.

Non siamo che semi
caduti per caso
su terre affamate
d'acqua e d'amore.

In attesa costante
d'un segno dal Cielo
che disperda la polvere
e disseti i germogli.
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Bel testo, Genziana! Interessante davvero

il 27/05/2019 alle 21:50

Poesia di frontiera, di confine, tra acqua e terra. Contrariamente alle marine a cui Genziana ci ha abituati, qui la propensione è meno salmastra e tendente all'acqua dolce del retroterra, dove i granchi non si addentrano per cercare pozze a cui abbeverarsi. Sembra scritta a quattro mani, mani in bilico nella ricerca di un punto d'approdo comune, cardinale (acqua) o fisso (terra). In quest'ultima germogliano i semi.

il 27/05/2019 alle 22:10

Molto Bella ed acuta

il 28/05/2019 alle 05:09

Bei versi ed emozioni ben distribuite. Brava Genziana.

il 28/05/2019 alle 14:39

Versi stupendi che ci riportano in tempi lontani quando nel clima utopistico dopo la caduta della follia nazista si pensava che nella testa degli umani potessero ritornare a germogliare i semi dell’ Amore...si pensava...siamo in attesa di quel segno dal Cielo...di polvere, purtroppo, ne abbiamo pieni i polmoni...auguri alle prossime generazioni...alla Poetessa un abbraccio fraterno...

il 28/05/2019 alle 19:32

Non siamo che semi caduti per caso su terre affamate d'acqua e d'amore... Quanto mi piace! :)

il 12/06/2019 alle 14:33

Oltre a ringraziare Puerlongaevus per avermi incanalato in questa lettura, mi associo al commento di Gabry. E faccio anche mia l'istanza di Cantorom, sperando non servano spade per difendere i solchi.

il 04/06/2020 alle 07:05