Poesia di frontiera, di confine, tra acqua e terra. Contrariamente alle marine a cui Genziana ci ha abituati, qui la propensione è meno salmastra e tendente all'acqua dolce del retroterra, dove i granchi non si addentrano per cercare pozze a cui abbeverarsi. Sembra scritta a quattro mani, mani in bilico nella ricerca di un punto d'approdo comune, cardinale (acqua) o fisso (terra). In quest'ultima germogliano i semi.
Versi stupendi che ci riportano in tempi lontani quando nel clima utopistico dopo la caduta della follia nazista si pensava che nella testa degli umani potessero ritornare a germogliare i semi dell’ Amore...si pensava...siamo in attesa di quel segno dal Cielo...di polvere, purtroppo, ne abbiamo pieni i polmoni...auguri alle prossime generazioni...alla Poetessa un abbraccio fraterno...
Non siamo che semi caduti per caso su terre affamate d'acqua e d'amore... Quanto mi piace! :)
Oltre a ringraziare Puerlongaevus per avermi incanalato in questa lettura, mi associo al commento di Gabry. E faccio anche mia l'istanza di Cantorom, sperando non servano spade per difendere i solchi.