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Pubblicata il 26/05/2019
e sbarcati vi fu per noi la gran sorpresa,
tu piccola Samos che da qui derivi il nome
nell’Egeo oriental sei un piccolo puntino
isoletta Samiopoula sperduta quasi sconosciuta,
chi inver ti vide si sentì offrir vision magiche
che all’animo dieder gioia e forti sentimenti:
quella piccola spiaggia ove al sol biancheggia
la tua sottil e fine arena, solo sentieri
e quel terren roccioso tra boschi e lì vi odoran
fiori selvatici dai più bei colori lavanda timo
e fresco origano vi coprono ornandole le rocce nere,
qual sentinelle a vegliar dall’alto poi due chiesette
santa Pelagia lì vi è Agia venerata e ti protegge
e quella che di Cristo che ricorda L’Ascensione,
una taverna quattro case ma tutto intorno un silenzio
grande rotto solo dalle erbe e dalle foglie e quel
tremor loro quando le accarezza il vento e da quel
belar dolce di libere caprette ed il richiamo della
vecchia lor pastora, cinque anime vive: la sua,
il tavernier la moglie e quelle due bel figliole,
lì il pope il piè vi pone sol una volta al mese.
e tu vorresti turista che tutto questo vedi e senti
che il tempo morisse si fermasse e qual di magia
incantamento veder udir di Pan il satiro dei boschi
queste balze e rocce saltar danzar e furtivo ninfe
inseguir lì nascoste timorore tra gli alti cespugli
e le odorose erbe, ma del tavernier la forte voce
l’incantesimo quello sperato incontro spegne che
al frugal banchetto chiama, pesci e carne fumanti
ardon sulla brace e il loro profum dolce l’aria
impregna e far alla aroma dell’erbe intensa compagnia
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Come non abbandonarsi al dolce cullare dei tuoi versi, quando così compiutamnte narri di Cicladi e di chore Pèlagiche dove l'azzurro dell'Egeo si fonde con la calce dei muri ellenici...

il 26/05/2019 alle 12:15