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Pubblicata il 24/05/2019
Rari oramai i tempi del tuo dire,
che si posava su interstizi di cose
di imperscrutabili increspature dei sensi
ne prendeva il possesso, per diritto e prerogativa.

ogni atomo del tuo tempo, adesso, ogni intenzione,
ogni oncia d'anima, pare che nulla più ora possa esistere
, d'altro, che il dovuto, il necessario l'ineludibile;
pretese e doveri perentori non si pongono,
ma nemmeno è ammissibile, la parvenza
la remota possibilità che vengano differiti.

eppure nonostante questo tutto che ti ha,
esiste nel fondo innominabile della mente,
un refolo di altrove che non si disperde e non rinuncia
null'altro che che un carezzare un'ombra intravista
di diafano, possibile, discosto... oltrechè.

qualcosa il cui tempo non è stato,
così come non ha avuto un luogo,
che trova nella illusione dell'altrimenti la sua collocazione;
eppure è, ovvero, si è manifestato, anche se appena, paventato;
come una corrente tellurica profonda
che lambisce, percorre arretra ed avanza nel buio
nel silenzio senza nome
nelle pieghe dell'integrità assolutoria.

ed io lì esisto,e ti scrivo,in quel fondo
in quell'interludio di silenzio,
vertigine emozionante dell'impossibile
con quel sottile ed appagante senso
che leggerai e rileggerai, questo ,
che le dita scandagliano inesauste
dentro l'ombratura dei pensieri nascosti
consapevoli d'ogni cosa e responsabili
in ultimo al cospetto dei numi solamente
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Profondità trasversali proposte in veste di analitiche evoluzioni psicologiche! Ciao, Sergio! Sempre bravo

il 25/05/2019 alle 13:48

Le parole viaggiano, attraversano le vite e, come pellicole intaccate dalla luce, a volte appaiono sciupate. Allora restiamo fermi, pensando forse a riavvolgere, a tornare indietro. Ma sa troppo di passaggio attraverso uno stampo esiguo e allora, si, allora si continua a scrive dipanando quel filo nero, esattamente quanto basta per “ vivere e raccontarla” come dice il buon Marquez. Questo ci ho visto dentro questo tuoi versi, aperti comunque a differenti interpretazioni.

il 25/05/2019 alle 16:23

E la tua lettura, Sir Morris, sempre attenta e partecipe, Grazie !

il 27/05/2019 alle 15:35

Arlette, bella la citazione del romanzo di di Gabo, il viverla in questo mio componimento è reso possibile da quel averla vissuta che mi da gli strumenti per poterne dire. Avendo nel tempo intrapreso un percorso di affinameneto e di sublimazione dell'esperienza diretta e dello scrivere che ne è derivato, e mezzo e viatico, e gli consegna una valenza tutta nuova che i nuovi mezzi epressivi e di comunicazione hanno reso possibile e sancito. Ogni interpretzione poi è oltrechè plausibile da me fortemente auspicata. Grazie

il 27/05/2019 alle 15:53