Un sabato fuori porta
al profumo di primavera.
cielo terso e veduta mozzafiato.
solo le rondini a dipingere l’azzurro,
a tutto il resto ha già pensato Dio.
muovendo tra le vie
in fondo alla discesa
raggiungo la casa del maestro.
palazzo signorile stile settecento.
varco la soglia senza esitazione
e in cima allo scalone,
seguendo l’odore acre delle sudate carte,
vengo rapito senza cognizione
dalla magia di ventimila tomi.
ma nel voltar lo sguardo oltre la finestra…..
tutto ad un tratto….
dimenticandomi chi fossi…
uno scenario in bianco e nero
si materializzò al centro della piazza…
viaggiai nel tempo…
“…..in codesto sabato
nel mirar della campagna,
parea di veder la donzelletta al suo ritorno
pronta a novellar con la vecchierella.
udii le lieti grida dei fanciulli,
il fischiettio del zappatore stanco,
il rintocco del martello
preciso sopra al chiodo
che un legnaiuolo intento a conficcar.
ma quando poi lo sguardo porsi a est
non potea creder ai miei occhi.
aveo di fronte a me le negre chiome,
in giovanezza, dell’ugola osannata.
fu allora che
nel rimenbrar del loro amore,
sentii battere il cor come non mai.
l’amai anch’io ma per un solo istante
finchè l’odiosa squilla mi fece sobbalzar”.
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