Accòstati al calice dal gusto amaro,
e bevi, bevi ancora per cancellare
le false vittorie con cui fregiavi
il petto orgoglioso di mille conquiste.
Dalla tua casa hai tolto gli specchi
e vai a memoria, mettendo i ricordi
che ti convengono in bella mostra.
Qualcuno lo lustri e stanco lo ammiri
sperando che dica ancora qualcosa.
La loro voce ormai è svanita,
e il loro bisbiglio viene travolto
dal grido scomposto del tuo rimorso
che strugge e latra da dentro di te.
Il mondo fasullo che ti cercava,
da tempo è scomparso nel nulla
e i legami più forti che hai perduto
ritornano, tutti, anneriti dal tempo,
e sono intatti, per nulla sbiaditi.
Vorresti capire come sia stato
e cerchi risposta nel calice amaro
che ormai è finito ed esige altre labbra
a cui regalare il nettare e il miele.
(da "Integrali indefiniti" ed. 2019)
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