...Cara Genziana...cosa ti succede ?...modestamente io e Ravachol viviamo in simbiosi...le cose che ti ha scritto, lo giuro, volevo scriverle anch' io...il fatto delle orme, sì proprio quello...dai rispondi anche a me come hai risposto a Ravachol...ciao, Genziana, un abbraccio, forte, forte...
Le critiche, se arrivano da persone competenti e preparate, aiutano a crescere, e tu Genziana sei un'autrice umile e predisposta al dialogo.
Si sente d'istinto, si scrive d'impeto, poi s'imbuca nella cassetta. Quello che conta in un testo sono le caratteristiche delle iridi, espressione dell'anima, uniche ed irripetibili. Le parole tracciate e troppo meditate sono invece le impronte digitali della mente. I prodotti della mente possono essere soggetti ad osservazioni oggettive, da qui i suggerimenti per ottenere una forma migliore. Ciò che arriva dalle iridi va solo assorbito, goduto e se possibile fatto proprio, al di là delle regole. Le tue poesie passano per le iridi.
Leviga e scolpisce il mare / cocci di vetro e sassi / che inerti s'adagiano / sull'umida battigia / tra meduse spiaggiate/ e rumorosa spuma. / Un vento salmastro / intarsia i capelli di bianco / e fa breccia tra i pensieri / mentre, silenziosamente / calpesto orme / passate / Alla freschezza delle onde / affido la parte / che di me non conosco / - nella fluidità del mare / da sempre dimora -