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Pubblicata il 09/05/2019
Così ti avrei voluta, nuda.
in quella camera che sei solita
prendere in locazione
per la villeggiatura, sul divano
con la tua pelle sul cellophane,
mi sussurravi all’orecchio
quelle parole che si dicono
così, piano.
poi con l’erotismo lungo
i fianchi rientri sempre in città,
lasciandomi di te solo la
passione sui gradini delle scale.
fino al prossimo anno,
quando farai ritorno tremula
sui tacchi di nuovo in cerca
di me, il tuo rimando stagionale.
questo ti piace
pensare, nuda.
del tuo corpo
mi sono nutrito.
i seni di mia madre
mi hanno
allattato, i tuoi
poi irretito.
io per te niente altro che
una sorta di interruzione.
e’ dentro che ti avrei voluta
nuda, non basta il tuo odore.
le unghie sul petto,
le forme sinuose.
quello nostro non è mai
stato amore, amore.
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Un po lunghino come haiku, ma piacevole da leggere.

il 09/05/2019 alle 11:16

...Haiku ermetico....

il 09/05/2019 alle 14:19

Mi pare chiaro non sia un haiku. Mentre stavo cercando di scrivere qualcosa sugli amori estivi ho pensato che ognuno di noi per un’altra persona è come un haiku. Un semplice gioiello colmo di emozioni, un’anima senza tante parole con la delicata e quasi insostenibile leggerezza di una carezza. Un’emozione raffinata come la semplicità. Ma una qualche sorta di kireji è sempre dietro l’angolo. E quando credi di aver trovato a chi donare quella carezza, con la fine dell’estate non sei altro che un kigo.

il 10/05/2019 alle 15:36

Grazie della spiegazione, il titolo mi ha tratto in inganno.

il 10/05/2019 alle 18:04