...La Poetessa non si rivolge ad una entità materiale...il suo Canto viene espresso verso quel quadro spirituale che diventa tangibile nel contesto della Vita che la Storia dipana sul palcoscenico dell’ esistenza quotidiana...d’altronde, come la Poetessa trascrive, non avrebbe senso il cercare di spiegare...non avrebbe senso a dire il male che la ferisce nell’ anima...nemmeno dire la felicità del vivere quando d’ impeto la raggiungono le note del mare d’inverno...non avrebbe senso perché la Vita non ha coscienza e non potrebbe capire come ci si sente...la Vita è un film dove un regista sconosciuto continua a procrastinarne la scenografia...
Un'introspezione che non si riesce a buttare fuori, troppo intimistica. Ben descritta!
Perfettamente compiuta nella forma, musicale, cantabile. Nella sua profondità è esistenziale, dolente, un malessere momentaneo nel mestiere di vivere. C'è un passaggio di nuvole che sa di paesaggio montano, che raffredda mente e cuore, ma che la brezza marina dissolverà riportando il sole.
Poesia sensata e scorrevole come un ruscello da ammirare unicamente senza pensare al motivo del suo movimento perpetuo! Brava, Genzy!