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Utente eliminato
Pubblicata il 05/05/2019
prende la sera
sui vicoli a tessere
e una maglia pesante
mi sento addosso di tristezza

un paese lontano
perduto nella nebbia
sta in collina
con le sue case
due luci lassù
e tanti ricordi
insieme sulla valle

dove venti d’inverno
discorrono forte
e un fiume
appena io sento al fondo

quante notti
abbiamo giocato al caffè
per un bicchiere d’allegria
e dimmi
quelle voci poi
dove sono andate
quelle illusioni
e le nostre piccole storie
dove

nei cortili di una stagione beata
hanno steso i nostri panni
rattoppati alla meglio
mentre la radio faceva
il verso dell’estate
e tu crescevi dirimpetto
forte e serena

eri la più bella

poi vennero gli zingari
e tu alla fonte eri stanca
non potevi continuare
a rigirare strofinare
gli anni migliori
non ti ho più vista

gli altri dicono che
ti portarono via
ma sento d’essere stato anch’io
preso lontano da un’altra vita
quella che in fondo
ciascuno nascondeva la sera a letto
sbattendo la schiena
sulla dura galera
di giorni sempre uguali

chissà oggi
quando ti penso
se ho ancora dentro
un mezzo desiderio
di segare sbarre e orari

e dimmi
dove sono finite
le tue brevi preghiere
che dicevi un tempo
e i fiori che coglievi
nell’orto di maggio
sottocasa

quando si giocava a memoria
e cercavi sul muretto
di salire più in alto
a veder dove vanno
mille formiche
come mille attese
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Vite sfiorate e perse chissà dove. Restano le parole a fissarle, attingendo ai ricordi, talvolta immancabilmente comuni, come osservare il percorso delle mille formìche simili alle mille attese di ognuno. Bella lettura Puerlongaevus , un saluto.

il 05/05/2019 alle 13:24

E' un testo di rara bellezza. L'11 di maggio, non sia il giorno in cui ci lasci da soli.

il 05/05/2019 alle 13:36

malinconia per giorni che ancora sanno regalare emozioni....piacevole poesia....

il 05/05/2019 alle 22:20

Molto Bella

il 06/05/2019 alle 06:57

Ricordi e rimpianti si evincono da questi versi introspettivi. Apprezzati!

il 06/05/2019 alle 08:59

Non dire che non sei un poeta.I tuoi versi emozionano e ci riportano indietro agli anni dell'infanzia,della gioventù quando tutti i sogni erano possibili e si viveva immaginando o sperando in un futuro glorioso,che non è mai arrivato.Poi quando si raggiunge la maturità si vorrebbe tornare indietro e cambiare le cose ma poi si comprende che l'unica cosa che rimane è accettare la realtà,è l'unica cosa che rimane.Abbraccio.

il 08/05/2019 alle 14:53