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Pubblicata il 04/05/2019
-Seppur sia, a l’apparir deforme
solitario alito di desertico incanto
il legame duna, liquida, imprime, netta
l’argine assunto dato primordiale
e avvolto assolo, febbrilmente erra
ove l’istanza a fuoco è terra
senz’oltre fino al confine friabile.
-Seppur sia ego rinato in atto a farsa
incide l’equilibrio ricucito a l’esca
lascia macerare gioco a deriva
l’inoltrarsi cieco in confortevole stiva
restio sfondo d’estro, mutato cenno
recitante sentire ondivago e stanco.
-Cristallo di Boemia, naufraga abisso
il silenzio divo ov’io fugace vasto
ignoro febbrile l’essere logo mutilato
scardinando il verso di tenebroso inverno.
-Un amore s’abbisogna nel dolore
là dove carsico porto ripara l’intimo
naufrago errante d’ardire al terrore.
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L'esternazione del dolore e il suo percorso che corrode. Un po' ermetica!

il 05/05/2019 alle 09:26

Ma che volevi dire?

il 05/05/2019 alle 19:04

Una poesia che voleva essere rivelatrice dei limiti della comunicazione, a tal punto che evidentemente ha incarnato perfettamente il tema! Sorrido! Vi ringrazio della lettura!

il 05/05/2019 alle 19:30