PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 04/05/2019
Sposami,
femmina d’ebano con vene d’oro.
lascia il mantello di solitudine in mani altrui
mentre volgi lo sguardo
verso di me che mi attardo.
cammina
sui cocci di vetro rubino a piedi nudi.
non sarà il dolore a farti freno,
ti basterà il mio che, da molto,
è il mio dio.
seguimi,
da mille secoli aspetto
che tu raggiunga
questa montagna infinita,
la nostra semplice vita.
accoglimi,
senza di te, ormai, morirò,
non per amore o per orgoglio,
ma solo perché tutto
non è più come prima,
senza la rima, una semplice rima.
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L'ultimo verso, anche se esplicativo, riesce a far perdere vigore alla poesia (molto potente) sia per la ripetizione della parola "semplice" (la nostra semplice vita) sia per una sua debolezza intrinseca.

il 04/05/2019 alle 11:53

Grazie Vincent. Temo tu abbia ragione, ci lavorerò.

il 04/05/2019 alle 12:23

Molto bella e incisiva sino all'ultima sillaba! Ottimo l'accostamento voluto dell'aggettivo semplice su vita e rima, sottolineando che, come nel mio caso, la rima è semplicente la vita della poesia! Saluti, Eriot!

il 04/05/2019 alle 15:30

Una serie di versi convincenti, e molto raffinati, che ho apprezzato nella loro densa lettura

il 04/05/2019 alle 15:51

Versi enfatici e convincenti nel loro scorrere armonioso che, ho molto apprezzato!

il 04/05/2019 alle 17:58

Rime? Signore innevate o signorine sfrontate?... beh, comunque sia... rime! Storie di rime nate per diletto/Spose di endecasillabo perfetto/Nascono con destrezza ricamata/Sia naturale oppure ricercata/Forse non sono tutto nella vita/Ma sanno come renderla gradita. Il mio apporto in rima, un saluto Eriot.

il 05/05/2019 alle 09:58

Ah, chi di spada ferisce di spada perisce... grazie, arlette, simpatico ed elegante commento.

il 05/05/2019 alle 19:44

Io invece, ti dono una mia lacrima

il 07/05/2019 alle 10:43

Grazie anny, la accolgo e la conservo.

il 07/05/2019 alle 11:00