PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 03/05/2019
fiori elettrici
ogni tanto dalle nuvole
vedo saettare fulmini
che si aprono come fiori,
colmi di odori bruciati
nell’aria frizzante
finiscono lì dove
pare il mondo culmini
in un eterno divagare.
viaggiare, ancora viaggiare,
come uno zingaro
senza meta a caccia
di un singolo passo
di un semplice ballo
che valga una intera canzone.
amare, ancora amare,
come fosse l’amore
l’infinito raggiungere
quel che dobbiamo
lasciare andare.
e i miei sogni
sono ormai
putrescenti cadaveri
sbranati dai vermi.
inermi, piedi miei,
inermi volgete il passo
verso le strade
più vuote, fredde e scarne,
le strade malridotte
e le meno belle,
senza lampioni …
oh piedi miei!,
si vedono le stelle!

un giorno forse,
quando una statua
lucida colma di fiori
e di belle parole
coprirà la mia polvere,
un giorno forse,
quando sarà il Tempo
a mostrare ai nuovi
quel che io fui,
forse un malato,
forse un dissennato,
forse un Genio,
sarò nelle lettere
della mia penna
e guarderò
gli occhi
di un uomo
colmi
di disperata esaltazione
come me
di fronte
ad una poesia.

un giorno
vedrò il sole
lentamente
abbassarsi sull’orizzonte,
placido e seducente
come il corpo di una donna
ribollente d’amore,
e lì, nel magico languore
di un verso evanescente
come il fumo
di un camino quasi spento,
scivolerò nei sogni
lontano come una nuvola
trascinata dal vento.
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