arlette, sono sinceramente ammirato per la qualità della tua scrittura. Riesci a trasferire nella pagina emozioni e sensazioni con una capacità espressiva che non capita spesso di incontrare. Per quanto riguarda il contenuto ti dirò che un discorso simile l'ho fatto anch'io a suo tempo. Ma chi doveva riceverlo non l'ha colto, forse se gliel'avessi detto con le tue parole... chissà.
Molto bello questo scritto da cui emerge l'accoratezza della richiesta. Apprezzato!
Grazie per la tua stima Eriot. Riguardo al resto, forse le parole che rivolgiamo altrove restano fondamentalmente uno sprone a noi stessi e ai nostri ideali immaginari (almeno quelli si nutrono del nostro stesso cibo). Le persone reali, tranne rarissimi casi, non le possono recepire se non convergono sulle nostre corde e forse, tutto sommato, resta utopia anche solo sperarlo.
Benvenuta Graced, lieta per la presenza e per il commento. Buona scrittura a te.
bè restare dopo una lettera così appassionata è l'unica cosa che si può fare, non è leale.....
... già, lealtà o slealtà? Questo è il dilemma. Ammainare bandiere e abbandonare bastioni o far rullare tamburi e schierare il tutto e per tutto? Mah, chissà... intanto mi devi un’amatriciana come Dio comanda, e io non mi scordo tanto facilmente. Grazie anche a te per la presenza Arturo.
la profondità del tuo testo invita a fermarsi e meditare....è quello che ho fatto e...."Resto" a condividere i tuoi pensieri Gabriela.
Che bello quel “Resto” , Gabriela; sa di calma, di condivisione, di partecipazione a un’avventura che è fatta di pagine variegate e, senza preconcetto alcuno, di libera espressione e desiderio di comunicare. Un abbraccio.
Un piccolo grande capolavoro di una poetessa-scrittrice che negli anni si è notevolmente perfezionata in stile e contenuto! Le mie più sincere congratulazioni, amica Arlette!
Ciao Sir, è stato tuo il primo commento ricevuto qualche anno fa quando entrai in questa casa. Ho letto molto di ciò che hanno scritto autori del passato e del presente qui su Poetichouse e crescere, laddove l’interesse a farlo è comune per diletto, curiosità e passione, aiuta in maniera esponenziale. Grazie per le tue parole.
Hai dato al testo, Arlette,la possibilità di avere più di una chiave di lettura, e questo non fa accrescerne l'efficacia narrativa. La sensazione che mi resta alla lettura è di una distinzione rarefatta di due entità che hanno percorso parallelamente i pianeti di un destino che pure pare averli messi di fonte ma separati, distinti, finanche disgiunti. acciocchè quel "resta" intercalato assume il suono di un mantra elevato dall'io narrante allo stesso io per richiamarne il senso di lealtà, il carattere selvatico a cui fa da contrappunto la diligenza, e come testimone la città vecchia cme una fonte di ancestalità pietrosa... Notevole la ricchezza di ogni mpasso della tua prosa che meriterebbe una parafrasi assai più puntuale di questa mia. Noto ne tuo loquio, Alette una nuova cromia che ne rende la lettura assai accativante .
Si scrive per se, almeno a livello amatoriale e almeno agli esordi, un cimentarsi con se stessi e le motivazioni per cui si inizia presumo siano le più disparate. Poi arriva chi “resta” e ti legge, e senti che lo fa con reale interesse, ne percepisci la sincerità ed è come una mano tesa e ben salda. Così si continua, nella certezza che quel monologo d’esordio si sia trasformato in un dialogo. Grazie davvero Gabry.
Una interpretazione del testo che in alcuni punti rasenta il fulcro. Riguardo al resto devo dire che con la prosa mi sono sempre cimentata pochissimo ma ho notato che un buon utilizzo della punteggiatura, la spaziatura relativa e comunque la conoscenza di alcune regole di base che migliorano la visualizzazione, si può rendere più gradevole “l’eloquio”, ovvio, sempre che si abbia qualcosa da dire. Non ultimo qualche annetto di lettura su P.H, quello di un tempo (spesso vado a ritroso) e quello di ora, direi che non è stato tempo perso. Lo dico con convinzione Sergio e con estrema sincerità.
La tastiera è anarchica Sergio, credo che ne abbia a sufficienza del nostro picchiettare e forse ce lo comunica a modo suo. Alette però non era male, soprattutto arrosto con contorno di peperoni. Un’idea per il pranzo di oggi...
Giuro che "Alette" mi er sfuggito anche in fase di peniziàgite. Ha senso chiedere una bolla assolutoria ulteriore ? E comunque io le alette le preparo in chiave tex-mex con paprica chili e salsa barbecue, come contorno fagioli da sparo, Terence e Bud docent, naturalmente Budweiser sixpack
E se le facciamo marinare come si deve, le mettiamo a ninna un’oretta e poi una rosolatura di quelle che caramellano (crosticina per capirci) e alla fine con quella Bud le sfumiamo? Casomai terminasse nello sfumare porto un’italiana artigianale coraggiosa, una cosetta con l’amaro dei luppoli e scorzetta d’arancia quanto basta? Sui peperoni non transigo... i fagioli fai pure a tuo piacere.
Francè vedo una panchina in penombra là fuori, si aggiunge un posto a tavola e via. Due scamorze, il pecorino di Farindola e la mortadella di Campotosto ci starebbero alla grande. Che dirti, grata per passaggio e commento.
A occhjiu meu è ‘mpocatu u ferru! Porta i cudduraci che un posto si trova sempre, ne vedo uno laggiù sulla sinistra accanto alla chitarra. Riguardo alla dolcezza sono con te Genziana, è ciò che ammiro di più in ogni essere umano; se poi una donna la unisce a una sana autostima, credo sia un passepartout che apre un bel po’ di porte. Aspetto quei dolci...
Che bella la parola "lettera". Vederla scritta da chi è nata fra le "mail", vista la tua età, mi fa capire che c'è ancora la gioventù che non perde di vista questo nostro vecchio stivale e le sue retrovie. Grazie per il commento, Gioiacontraria.
Vento di tempesta che fruga emozioni tra quei capelli di gitana.Vento do Poesia che scuote l'animo sorride ai denti e non fugge RESTA. Grazie
È un venerdì particolare questo in cui ti rispondo Malalunaa, così difficile da trascorrere in tutti i sensi e per tutti noi. Resta pure, restiamo ancorati alla poesia e all'amore che per portiamo per la parola scritta e non ultimo al privilegio di sapersi uniti.
Certo che le posseggo, ben radicate e cucite a doppio filo d'orgoglio. E parlano di muretti a secco, delimitanti una libertà mai persa, perchè scavalcabili con l'agilità del pastore o del contadino che senza procedure o protocolli sapeva esattamente cosa doveva fare della e nella sua vita. E sapeva tenere le mani sulla terra senza paura, la rivoltava odorandola e ringraziando il tempo e le proprie braccia. Un antro sì, fresco e antico, hai ragione, in cui mi ritrovo ancora oggi nella mia mente con la magia e con semplicità di quando ero una bambina. E ci sto ancora infinitamente bene.
Che dire, trasferisci nelle parole la tua interiorità, Virgilio, e ne fai partecipe il lettore. Vai oltre i confini del momento per far muovere l'altro nel passato e devo riconoscere che spesso è anche una mia prerogativa. C'è sentimento, emotività, autoeducazione in quel che si scrive? Ben venga, ognuno a modo proprio ma scriviamo tutti per questo, che ci sia consapevolezza o meno. Il dialogo scritto ha una grande importanza e, a prescindere dal bel commento che hai riservato ai miei versi, sono certa che tu conosca a fondo l'importanza sociale di non renderlo isolato e indipendente ma vero teatro aperto di comunicazione. Aspetto, e penso di non essere l'unica, la tua Capovalle, quando sarà ora.