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Pubblicata il 28/04/2019
Soffia il caldo grecale e servo il cielo leggiadro scrive i suoi respiri sulla croda d’un folle albeggiare al limitar dei pini, caleidoscopio spiegato di mare raspante come se avesse lì il suo fuoco, come se la tetra agonia pensasse d’avanzare fino a rintanare il cuore nell’algia a gocciolare dune rese carte dai miraggi lunari e fosse tutt’uno immerso nel fantasmagorico trampolino di cencio retto a foro lontano, atavico occhio per cui nulla vale sapere o credere d’essere nel divenente tutt’uno al tempo e luogo appartenenti ad altro frastuono. Disorienta riguardare il passato poiché dall’alto tutto sbiadisce, svaniscono i dettagli e i colori e la memoria si mescola tra i volti disegnati dal bambino con l’azzurro delle immagini a volta per cui la visione creata a misura di inganno di mente diviene così penetrante che nulla fa più temere lo smarrimento mentre l’ora avanza accarezzata dalla nenia del timpano immerso a battito di canto bianco, martellante tuono d’emozioni in pianto.
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Lei si felicita con me perché trova il mio scritto bello? Perché mai? Mi scusi se dimostro perplessità circa il suo gradimento che le assicura è apprezzabile ma se le mie parole le sono piaciute è perché lei ha dentro di sé la capacità di sentirle sue mentre io non ho dimostrato altra abilità che quella di trascendermi in scrittura. Cosa sono gli scrittori se non bambini che chiedono attenzioni? Ma la vera bellezza è altro: è saper specchiare sé stessi nella lettura a rivelazione di sé stessi!

il 28/04/2019 alle 22:10

Parole che evidenziano desiderio di avvolgere significati e renderli

il 28/04/2019 alle 22:45

più applicabili alle circostanze! Sempre profondi i tuoi componimenti!

il 28/04/2019 alle 22:49

Notevole testo di prosa poetica che ho molto apprezzato in tutto il suo contesto!

il 29/04/2019 alle 10:09

Gentilissimi grazie!

il 30/04/2019 alle 11:39