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Pubblicata il 18/04/2019
-Angeli ovunque e sulle loro ali la promessa che tutto fosse annegato in quella immaginazione fluttuante di pensieri lasciati vagabondare come piume abbandonate al vento, quasi uno svanire nel tedio e nel sentore che nulla fosse come doveva. Smalto rosso per decifrare le velleità d’apparire sotto un diverso punto di vista, una visuale a lei stessa sconosciuta in bocca a quella platea muta e affamata anch’essa annoiata da parole e parole che si rincorrevano isole di volti. Il deserto avanzava e la sabbia ormai era sotto i denti tanto da rendere impossibile far finta di non sapere e non vedere il nulla dilagante. Il silenzio poi si accompagnava alla mancanza di prospettiva e l’immaginazione aveva smesso di aiutare la vita a dare un senso al vivere. Tutto prestabilito su rotaie scandite da passaggi regolari di pensieri, carrozze d’un treno fantasma vuoto come vuoto era il viaggio e vuoto era il bagaglio.
-Questo e quanto sapevano le dita su una tastiera, l’unica libertà rimasta a parlare inascoltata nell’inerzia delle ore e del cuore vessato dal continuo ripetere morboso del pensiero su dove fosse finito tutto quell’amore la cui bellezza aveva abbeverato l’animo per così tanto tempo da renderlo folle e palpitante come un neonato che assapora il suo primo respiro all’uscita dell’utero. Non c’è paura, o meglio non la paura che si possa pensare, ma la vanità del tutto sì, ed era mordace, dolorosa tanto da irretire e disarmare le intenzioni e ferire dubbi su quanto accaduto, tanto che il sentimento ritenuto autentico fino a quel momento ora appariva così vago e nebuloso, a tratti irreale come figlio dell’idea d’un desiderio nascosto e pudico.
-In verità tutto era come doveva essere, o meglio come poteva essere visto gli accadimenti ai quali i tanti no aveva dato vita. Ma nessun rammarico o rimpianto, l’inutilità di questi sentimenti era ancora più evidente ora che tutto era divenuto così chiaro ed irrevocabile agli occhi del destino seduto sulle ginocchia del ladro di vita, il solo al mondo che una volta rubato era più povero di prima.
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