Ho inteso quel “indifferente al dolore” come si trattasse di un essere, quello di cui parli, capace di saper rendere bella la vita propria e quella altrui anche nelle prove più dure che la vita ci presenta. Credo siano esseri rari a cui la sofferenza non è mancata ma che hanno saputo trasformarla positivamente. Incontrarli, anche per un breve tratto, sarebbe un arricchimento in tutti i sensi, condividerne l’esistenza sarebbe magia pura. Bei versi Arturo.
E' un sogno mistico, nato dalla rilettura di Platone tramite la penna di Simone Weil...il significato reale dell'amore, così fondamentale per la nostra vita, aldilà dell'interpretazione misera e se va bene puerile dei giorni nostri...Ma potrebbe anche entrarci una persona a pensarci bene, come dice Arlette, Archana e Riluce, potrebbe, potrebbe, l'inconscio, se esiste, fa questi scherzi....a te Ravachol dico che mentre la scrivevo, passando davanti ad un grande albero immerso nella luce del mattino mi è venuta voglia di parlargli, l'ho sentito vivo, animato, e l'ho chiusa così....grazie a tutti voi
Molto bella, Arturo! Un'ispirazione cercata e desiderata, poi confidata ad un essere fidato come quell'albero!