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Pubblicata il 08/04/2019
Ode alla Lombardia

qui le civiltà protostoriche
di Remedello e di Golasecca
vi videro la luce e dopo genti
celtiche romane longobarde
da popoli stranieri il suol
tuo calpestato fu e tu a duro
giogo servile sottomessa tanto
cara lombarda terra mia Lombardia,
un dì partì infin anche se tardi
il riscatto tuo Milano Brescia
magenta prima e che poi forte
nei campi di battaglia Montebello
solferino San Martino si compì
teatri fulgidi di onore e libertà,
or fiero di te tu mostri agli occhi
miei la bellezza dei tanti fiumi tuoi
po Ticino Adda Olona Seveso Olona
sarca-Mincio Lambro come dei laghi
pur Lario Maggiore Sebino Garda
comabbio e Pusiano del vate Eupilino
culla, acque azzurre un tempo oggi
un po’ di meno dove borghi città
si specchian civettuoli e ville
suntuose piene di fascino e di storia
altere ne punteggian sponde e rive:
la ducal Vigevano e la bramantesca
piazza e la regal Pavia longobarda
e Lodi dell’indomito Fanfulla e di Ada
la rossa vergina ribelle e Cremona
infine terra di liutai di mostarda
di torroni, ecco quel ramo di Lecco
ricordo caro letterario manzoniano
como ghibellina il vecchio Plinio con
l’inventor della pila e lo scopritor
del gas delle paludi Volta, Monza
il Duomo di Teodolinda la cappella
con la ferrea corona Bergamo le mura
veneziane di Colleoni cavalier insigne
la cappella e Donizetti con L’elisir
d’amore e lassù Sondrio della val
del Teglio gran regina e Milano
il Duomo la Scala l’Arena Sforza
visconti Torriani e il nostro caro
don Lisander il Manzoni il panettone
qui dove un dì Ambrogio di Treviri
agostino di Tegaste il peccatore
rigenerato dalla fede nel recinto
del suo gregge vescovile accolse,
la Milano antica dei comuni che con
crema Legnano Bergamo Brescia
guerra contro il Barbarossa mosse
e la Leonessa d’Italia sempre Brescia
ove alla libertà il piede ardito mosse
il giovin Tito Speri che l’austriaco
nemico vile impiccò senza pietà alcuna
al capestro di Belfiore, Mantova qiei
laghi dimora dei Gonzaga dove ancor
senti nell’aria la dolcezza dell’ambrosia
virgiliana e dimora generosa dove pace
trovò e poetò d’amori e cavalier Torquato,
or s’alzo lo sguardo ecco corona ti fanno
in alto terra mia le punte aguzze bianche
di quelle vette alpine Retiche Lepontine
le Grigne il Resegone L’Adamello la Punta
perrucchetti il Monte Cevedale e il Bernina,
e che dir delle verde dei prati di pianura
l’odore dei boschi e delle dolci tue colline?
terra di vini di salumi di trifole formaggi
e quel ciel tuo Lombardia che come il poeta
scrisse che è bello quand’è bello, bello
sempre per me sia quando piove e quando
il sole splende è scuro o domina la nebbia
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