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Pubblicata il 04/04/2019
-Tempo franto ad invisibile sclera
grondante resine d’immagini
immalinconisce eco di bianche parole
raggruma vasto sudario di lancinanti silenzi
primordiale narcosi di limaccioso stige
ove tenebre fibrillano e rantolano monconi
al lacerare bordi d’intimo lago
aratura sepolcrale dai riarsi confini.
-Un vitreo sciamare di pensiero
sul far luogo ad escoriato indugio
iscrive insaziato spasmi d’abrasa afonia
palpebra muta di profetica penombra.
-Dilata il sentire e squama frattura
l’arsura diviene lacero dedalo, lesiona,
s’incrocia colliso a scoria d’antico cifrario
per riemergere bruciante murmure sotterraneo
indicibile mosaico d’un pensiero estraneo.
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