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Pubblicata il 02/04/2019
In una sera
ho imparato il mio nome,
sperperato,
spergiurato
e sconfitto l'animo.

in quale...
mondo dovrei...esistere?

se fumassi furia,
le mie dita sarebbero tuoni di ferro,
strazierei con l'acciaio
l'ebano freddo della notte
fino a stracciare la luce delle stelle,
il loro caldo eterno
brucerebbe...
i loro raggi!

chi sei tu, o pianeta,
astro, luna,
chi sei per impedirmi d'urlare?!
piegherò la gravità in buchi neri,
neri,
neri d'odio e caliggine di rabbia,
infiammerò il serpente piumato
all'orizzonte degli eventi!

se il mio cuore
ordisse tele di versi,
spiccioli di valor prosaico
albe rosse dopo tramonti efferati,
mostrerei occhi di strage,
vermigli;
chi sei tu, o Orbe,
per dissetarti d'acredine
da questa fonte?!

la mia fronte
caverebbe lacrime di sale
a tutti i fiumi della terra!
spegnerei con acqua di sudore
le scie dorate delle comete
all'angolo della galassia,
la Russia,
l'Afghanistan,
la sera eterna dell'equatore.

ma l'istinto ferino agonizza,
bestia goffa che bestemmia...
la mezzanotte, il cielo,
dio...non resta che passato,
in quale...
mondo dovrei...esistere,
inutile,
silenzioso?
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