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Pubblicata il 24/03/2019
Al volger del sole
non si rassegna
il mio sguardo
indugio
di un infinito tramonto;
colgo quel calore
il profumo
che l'accompagna.

l'affetto
dal profondo,
e il cuor coglie
ardori lontani;
questi fiori...
una sorgente luce
esalta
i lor petali
di raso.

nostalgia
cruda come
il freddo vento
incessante,
rabbioso
echeggia
tra sconvolti pini
e tremolanti faggi,
lontano quel sentiero
un tocco di campane
per valli echeggia
e il dì saluta,
roseo
scivola leggero
per le chine
dalle eteree vette.

m'opprime il dolor
lacerante il ricordo,
qual speme..
dove son finiti i sogni?
or tutto è spento
mai più vedrò
le rondini incrociarsi in cielo,
e quel mite odor di maggio
amabile, vellutato
qual brezza
che l'animo mio
fanciullo, dorato rendea.

ardor trascorso,
tornar vorrei
ma tutto.. tace
tutto tace
e il cuor più non palpita.
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Una poesia regale, autorevole e forte. Nel suo classicheggiare un poco triste mi trasporta ai miei di periodi bui: un sogno però ce l'ho sempre avuto ed era la scrittura e quindi la poesia. Complimenti! Un saluto.

il 24/03/2019 alle 07:27