un bicchier di vino.
una sigaretta.
il tramonto e la notte
che ingoia dolcemente
l’ultima luce del giorno.
un taccuino celeste
e una penna.
così chiudo gli occhi
e….il poeta dinanzi a me.
seduto. Occhi vivi.
mi osserva e scruta ogni
piccolo particolare.
io:”sto sognando?”
il poeta” una cosa del
genere ma sei nel mio
mondo adesso.”
io:” ho bisogno di scrivere”
il poeta:” siete infiniti
istanti nella mia memoria.
vivete nei miei miracoli
ogni giorno ma
vi perdete e dimenticate.
dimenticate.
vi perdete nella
domanda.
cos’è la vita?
siete luce, unici raggi.
unici amori.
ridate luce quindi.
i vostri figli.
le generazioni
che vi seguono
sono la vita.
l’unico loro legame
è esistere, oggi.
l’ultimo sorso
di vino.
l’ultimo tiro
della sigaretta.”
e poi la sua voce.
mia figlia-“ papà, cosa scrivi?”
io-“Nulla piccola”
mia figlia-“ andiamo a giocare?”
il poeta-“ Date al tempo
il giusto significato, esso
non va scritto , va vissuto “
così mi figlia mi prende
la mano!
ed io-: Oggi sarò io a seguire
i tuoi passi , piccola”