Mi abbracciò un albero con le sue fronde
mi tenne all’ombra ed io con lui
eterni cupi presagi
solite ricorrenti punizioni
la stessa sensazione
di non essere mai stato pronto
e non riuscire ad allontanarsi
dalla prudente mediocrità
di quel tempo.
da bambino languivo ancora
un risveglio agognavo
mi dicevo che il tempo verrà
per sconfiggere la paura antica,
la ribellione è stata la motivazione
mentre motivo era e sarebbe stato
onde perdere le forze
per allenarmi le notti e i giorni
a inseguire nei sogni, le ansie incerte.
oscillai, per tanti giorni e tante notti
tra la vita e la morte vera
trascinato dal dolore
del mediocre rancore
ch’era mio, di riflesso amore.
oscillai, rischiando di cadere
di fare del male senza più tornare
tra i giorni e le notti
tra la vita e l’amore.
e pagai e pago ancora
questa faccia a metà
questa primavera che più verrà
questo corpo bambino
su questo sogno al mattino