Frantumavo ad ogni passo l'Universo
incurante delle schegge che ferivano.
E seguivo,sempre,il volo dei gabbiani
anche quando si smarrivano nel cielo.
Poi cercavo sulla spiaggia le conchiglie
ne ascoltavo divertita il mormorare.
Le poggiavo,vanitosa,tra i capelli
come fossero antichissimi fermagli.
Mi sedevo a mani giunte tra gli scogli
per raccogliere la spuma delle onde.
E attendevo,respirando pienamente,
i colori caldi e forti del tramonto.