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Pubblicata il 06/03/2019
Prima parte

noi tutti andando al catechismo
abbiamo imparato con un atto di eroismo
a memoria i dieci comandamenti
da rispettare per essere veri credenti

e ci siamo sforzati seriamente a ricordare
a quale numero corrispondeva un cero male
e quale era il più importante dei divieti
tra il nono e il decimo di quei santi moniti.

lo strano è che se leggiamo i Vangeli
non troviamo nessun elenco dei divieti
e quando a Gesù è stato chiesto un commento
su quale fosse il più importante comandamento

lui non si mise lì a elencarli tutti quanti
o a dire quale dovesse stare davanti
ma disse che “ bisogna amare Dio completamente
con tutto il corpo, l’anima e la mente”

e “amare il prossimo come Dio ci ha amati
con tutti i difetti di cui siamo zavorrati”
l’elenco dei divieti lo troviamo sulla Bibbia
dati a Mosè da Dio non sulla sabbia

ma scolpiti su lastre di pietra dura
per sancire un’alleanza duratura
tra Dio padre e il popolo creato
che al vivere cristiano doveva essere addestrato.

i divieti sono tanti e dettagliati
ma gli uomini si sono presto abituati
a studiare le leggi con attenzione
e a trovare il modo da inserirci un’eccezione

il primo dice che Dio è uno solo
e se non lo adoriamo commettiamo un dolo
ma capita di adorare anche di più la moneta
o il sesso o la droga o la vendetta

ma siccome queste cose non le chiamiamo Dio
non ci sembra di commettere abominio,
invece consideriamo un gravissimo reato
se lo stesso Creatore con un altro nome vien chiamato

budda, Visnù, Manitù, Jeova, Allah
indicano tutti la stessa identità
e cioè il Dio padre buono e creatore
che ci protegge e ama con tutto il cuore.

a proposito del secondo comandamento
non dovremmo nominare Dio senza sentimento
invano, come un semplice intercalare,
come il “cioè” messo in mezzo alle parole

figuriamoci quando l’uomo lo bestemmia
come causa di ogni cosa che pare indegna
come un ritardo o un contrattempo
o una cosa che non riesce proprio a pennello.

quanto alla santificazione delle feste
per l’uomo qui la cosa non esiste
perché è sempre pronto a festeggiare
soprattutto a tavola e con regali da portare

sono apprezzate le sfilate dei vestiti
i capelli e i regali costosi e ambiti
e se la cosa ai meno abbienti li imbarazza
nessuno fa certo caso a questa sciocchezza

ma credo che il santo comandamento
si riferisca di più al pio sentimento
di preparare l’anima ai doni celestiali
e non di pensare alle cose materiali.
continua.....
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piaicuta :-)

il 08/03/2019 alle 09:59