Non mi sottraggo a dire
al mistico silenzio della valle
sopita di tiepida sera:
la poesia vera non arranca...
mai
sfrontata e inetta alla stanchezza
ha il respiro dolce e lineare.
d'altronde
resta l'unico strumento
proprio per questo
il più complesso a realizzare
capace d'irritire...
la verità
qualora questa se ne dolga
d'esser ricercata
o piuttosta goda
d'esser adulata.
spesso ho indugiato sul suo senso:
la verità...
se esista e ne esista una soltanto
o di diverse forme.
forse
la verità vera
é quella che si concede
suo libero capriccio senza arte
illudendo il tentativo.
forse
il vero pregio di un poeta
non é poetare
bensì non riconoscersi poeta
se non occasionalmente
se non per generoso omaggio.
forse
poetare...
equivale ad esser sinceri,
semplicemente,
riuscendo a catturare,
dal grappolo possibile,
la vendemmia sacra
che indora le coscienze:
quale merito
dunque?
ma una cosa é certa
(dio, che orribile presunzione!):
vi renderete conto d'essere poeti
quindi inutili e sconfitti
soltanto quando,
soffrendo,
vi alzerete il bavero della solitudine indossata
e l'eco dei vostri passi...
saranno i soli ad applaudirvi.
dare voce al tramonto
o al fornaio che fischietta nella notte ennesima di pane
é proprio lo sforzo cui accennavo
più disumano e da ingabbiare
e tale da lambire...
la folle aspirazione di sentirsi uomo
prossimo poeta
prossimo alla verità!
poesia...
io la vedo nei rumori secchi, fitti, acidi,
sino a essere inesistenti.
poesia...
io la sento nello scoppiettare della legna,
tra il fuoco che si consuma,
nel tamburellare della pioggia,
nello scricchiolare delle foglie morte.
poesia...
mi ritrovo a indugiarvi ancora
fissando braci esauste
di un tepore andato:
più villano del tempo che scorre
e indifferente ci deforma,
sino a salire tra le stelle
ove ogni terreno mistero
non vale più di un frutto macerato.
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