ah,nella poesia di Francesco,dove avevi chiesto che era successo,non ho più potuto rispondere perchè sono stata bannata,e non ho ancora capito il perchè.Ma non è che poi me ne freghi più di tanto,per la verità,chi si somiglia si piglia dopotutto.
quando lui camminava sul marciapiedi di fronte casa,nei pomeriggi riscaldati dal sole,con le braccia giunte dietro la schiena e pensieroso,io ero piccola e per giocare ad imitarlo gli camminavo silenziosamente dietro cercando di fare il passo lungo come il suo e tenendo anch'io le mani giunte dietro la schiena,come faceva lui.In quella casa,piccola,i miei nonni mi hanno cresciuta e non posso dimenticare quando,col suo lindo e profumato fazzoletto bianco appena stirato,mi faceva soffiare il naso anche se non ce ne era necessità.Un gesto puramente affettuoso e protettivo.Grazie gpaolocci.
...Scusa, Genziana, se approfitto della tua dolcissima Poesia...ma siccome sono curioso e, quindi, non solo le donne lo sono, mi piacerebbe sapere chi sia quel Francesco che tu citi...un abbraccio, rom.
mi ha colpito sì, il ricordo del fazzoletto, un sollievo ritrovare tra i tuoi ricordi così cari quel pezzo di stoffa profumata e stirata con cura, in tasca del passato, e come faccio ad uscire senza, non posso, sempre ne tengo uno, anche se non ho mai avuto una donna che mi capisse e sopportasse sto fazzoletto, a cui tengo molto, e che porto da una vita anche se nessuno me lo stira...grazie per la tua pagina di storia e di affetti che maledizione abbiamo perso...ciao vir