al soffitto
la pagina più dura
da sfogliare ogni notte
numeri rossi in penombra
scorrendo ore sull’intonaco
alle crepe fisso
d’altri tormenti
e di questo tempo
che avanza alle pareti
d’una vita o una stanza
mai arrivo a toccare
il cielo
verso l’alba
uno spiraglio tra le persiane
fa eco allo sbadiglio
in coperta
m’alzo già stanco della giornata
faccio piano
ma i rumori intanto
menano fuori
così devo calarmi
per forza
sul marciapiede
come quel vecchio ogni mattina
alla fermata d’angolo
tremando
poi
al corteo di lacrime e fiori
l’ho perso solo ieri
sguardo lucido remando
tra gente nel traffico
che ancora suona
ed è più morta