.Vagava ebbra a dilaniar scampoli
pensieri rincorsi, erosi da tarli
su filoni di nebbie ancestrali
filari in seppia a volta, sospesi
scenari annuvolati d’alto grido
per giunger vena viva di pianto.
.In alto appariva sepolta foschia
assorellata, fascinosa saetta a scia
ripida macchinosa notte colta
e in basso, fiume di piccoli eventi mortali
antri pigri dispensatori di cimeli
seminanti gesti, angusti crateri
nell’oltre in piena ch’affabulava ariosa
l’alta vetta d’anima in rivolta.
.Magia sopraggiunse sospiroso guado
ninfea ondeggiante candido incanto
su sponda in sogno, rimirato alato
mentore di silente soglio amato.
.Porse sul finire china a tale fiamma
l’ala ch’irruppe in sì tanta grazia
da rifiorir acerba prodigiosa gemma
tutt’intorno a lume di preghiera.
.Fu così ch’accadde boato ad attimo
di miracolo, cosmico delirio, intimo
assembro di fragile e mistico tremore
costretto a riversar tutto l’amore
in sì piccolo scrigno, catartico dolore.
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