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Pubblicata il 04/01/2019
-Par quasi che al confine fiocchi
favola, labbro di malinconia
inumidito sibilo di casta algia
l’oscuro fremito di lingua e tocchi
sponda vivida l’alato capo di parola
fino a ricongiungersi alveo
d’attimo col fiato incatenato.
-Chiaro estro giocoso l’incontro
d’infantil chiomato inconscio
trae l’infinita grazia al regio
dono d’esser soffio obliato
seme austero d’altro fato
che non quello presunto, vissuto.
-Risorge scranno il sublime
eloquenze cadenzate piume
e ali a scatto di preghiera
son lampo, turbinio di poeta
in candida cavità creata
per render sopportabile vita.
-Beve l’ombra e fa più cupo cosmo
l’abisso a cui abbeverare estremo
pianto col petto mendico
e il cuore colato a picco.
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