PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 10/02/2003
All'aere caldo e fermo quasi che
entrava dalle porte nelle sale
noi sfatti e gloriosi come i fiori del male
languivamo sul tavolo da tè

Avremmo raccontato
che era stata tutta la tempesta
ad arrivare nel mezzo della festa
e a ridurci in quello stato

Ma - il sole entrando dalle porte a vetri irreali
il sole che fasciava le stanze,
faceva rifulgere i nostri capelli
sfatti come aureole d'oro-
- il sole che indulgeva sull'umido giardino-


Così uscivamo all'aere del mattino
che sapeva veramente di menta e di timo
e non l'avremmo saputo, se ce lo
avessero dimandato, chi
quella notte avevamo incontrato
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